Paolo Bettini, il mondiale senza festa e quel Giro di Lombardia da vincere per Sauro

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“Adesso sì la mia carriera è perfetta”. Parole di Paolo Bettini datate 24 settembre 2006, dopo la conquista del mondiale a Salisburgo. Astuzia, cuore umiltà. In quel trionfo c’è tutto. Uno sprint perfetto. “Battere in volata Zabel e Valverde è una grande soddisfazione. E anche vedere Zabel felice per me. Lui è il ciclismo” commentò il Grillo a fine gara. Un trionfo dolce che presto diventerà.

La vita ciclistica di Paolo Bettini è collegata con un filo indistruttibile a quella di suo fratello Sauro. Paolo si è avvicinato allo sport ammirando correre Sauro che, da ragazzino, mieteva vittorie al punto da far pensare ad un piccolo Merkx. Un campione mancato, ma che ha contribuito tantissimo ai successi di suo fratello minore, di cui è stato mentore, spalla e consigliere. 

Ad inizio ottobre Sauro stava organizzando i festeggiamenti per l’impresa di Salisburgo insieme al Comune di Bibbona. 

Paolo è in ritiro con la sua squadra per preparare il Giro dell’Emilia che si sarebbe svolto da lì a qualche giorno. La notte del 3 ottobre una telefonata. Sull’Aurelia, a 100 metri dalla variante della California, a pochi metri da casa di suo fratello, c’è stato un terribile incidente. Sauro non ce l’ha fatta.
Improvvisamente, nel momento più bello della sua vita, a Paolo casca il mondo addosso, al punto da indurlo a pensare al ritiro.

Durante i funerali, in chiesa, Paolo abbraccia stretto il nipotino Francesco di 11 anni, anche lui corridore (per la Mapei), molto promettente.
Paolo fa una promessa davanti alla salma del fratello. “Non posso mollare adesso. Se continuerò a correre lo devo soprattutto a Francesco e ai miei genitori”. 

Il 14 ottobre si corre il Giro di Lombardia. Paolo Bettini sente il dovere di essere in sella alla partenza, e vince. Vince la gara più importante della sua carriera.

L’anno seguente, a Stoccarda, Paolo Bettini si riconferma campione del mondo. E questa volta volta si festeggia anche, soprattutto, nel nome di Sauro.

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