Bob Beamon, quel salto nella storia a Città del Messico

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Bob Beamon (29 agosto 1946), medaglia d’oro alle olimpiadi di Città del Messico del 1968 nel salto in lungo, con tanto di record mondiale. E’ stato uno dei personaggi più incredibili della storia dell’atletica leggera.

Infanzia difficile la sua. Da bambino vide morire la madre di tubercolosi. La sua adolescenza ne risentì parecchio, portandolo a trascorrere le notti tra strade e coltelli, anche se di giorno era quasi sempre in pista ad allenarsi.

Poco prima di partire per Città del Messico Beamon rifiutò di partecipare ad un meeting in cui sarebbero stati presenti dei mormoni, noti per i loro atteggiamenti razzisti. Questo gli causò la perdita di una borsa di studio corrispostagli dall’università. Sempre nello stesso periodo, indebitato fino al collo, fu lasciato dalla moglie. In una condizione che avrebbe ammazzato psicologicamente chiunque, Bob trascorse le serate precedenti alle gare a bere tequila in vari locali della città.

Il 18 ottobre, però, si presentò in pedana per il momento più importante della sua vita. Una rincorsa veloce ed accelerata, uno stacco al millimetro, un’ascensione ed un lungo volo, un prodigioso colpo di reni e due piccoli salti da canguro all’atterraggio: si vide immediatamente che l’americano aveva compiuto una grande impresa: 8,90 m. Mai nessuno come lui prima di allora.

Quel salto è per Sport Illustrated tra i primi 5 momenti di sport della storia. Solo nel 1991 Mike Powell è riuscito a battere il suo record.

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