Katelyn Ohashi è una ginnasta nata a Newcastle, nello stato di Washington in USA, classe 1997. A livello Juniores ha vinto tantissimo: 5 ori al Pacific Rim Championships a Seattle 2012; 5 medaglie all’American Cup 2013, di cui 2 ori; 6 ori e 4 argenti al Visa Championship tra il 2010 e il 2012; 2 ori e un bronzo al Trofeo Città di Jesolo tra 2011 e 2012.
Katelyn Ohashi è la ginnasta del momento. La sua esibizione ai Giochi Universitari ad Anaheim, California, nel corpo libero è stata perfetta, meritandosi un 10, ma forse qualcuno avrebbe preferito per lei anche la lode, qualora fosse stato possibile. Un minuto e mezzo di armonia, sorrisi, salti, flip, un repertorio difficilissimo ed eseguito in modo impeccabile.
Il video di quell’esibizione è diventato virale in pochissimo tempo e quel sorriso brillante è stato apprezzato da tutto il mondo.
Katelyn è una ginnasta sublime, ma probabilmente non la vedremo mai gareggiare in un’Olimpiade o in una competizione internazionale. Eppure nel 2013 ha sconfitto nella Coppa America anche la sua compagna di squadra Simone Biles, campionessa olimpica a Rio 2016.
Il motivo del suo abbandono? Nello sport universitario ha trovato la sua dimensione e la felicità. Troppe pressioni, l’ossessiva ricerca della forma fisica perfetta, fino a sfociare in un odio per il suo corpo, come racconta in un video sul canale Youtube “The Player’s Tribute.
“Non potevo permettermi di finire metà panino per pranzo e la mia cena consisteva in verdure e hummus. Attualmente vivo i dolori della fame, ma se vado a dormire posso farcela. Sono abituata a svegliarmi con il sapore del sangue o del ferro in bocca, come se potessi quasi vomitare per la tanta fame”
Il suo allenaotre le faceva credere “che sbagliare e cadere fosse dovuto al mio peso, quindi avevo l’abitudine – dice Katelyn – di misurare le mie cosce con le mani ogni giorno per vedere se ero ingrassata”
Ora, finalmente, è riuscita a vivere lo sport in modo sereno, come dovrebbe essere per ogni ragazzo.
Penso che la ginnastica possa essere uno sport molto brutale, ma non penso che debba esserlo. Spero solo che tra 10, 20 anni ci saranno persone che lasceranno vivere serenamente la ginnastica