L’impresa di Vittorio Adorni al Mondiale di Imola del 1968

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Il primo settembre del 1968 Vittorio Adorni fu protagonista una delle più belle imprese in assoluto del ciclismo.

Il Campionato del mondo si disputa ad Imola, su un circuito di 277,308 chilometri. Eddy Merckx è l’indiscusso favorito, le speranze italiane sono invece riposte in Felice Gimondi. La gara invece andò diversamente.

Ecco il racconto di quella corsa nelle parole di Adorni, da un’intervista del 2008: “Secondo i miei piani, andai in fuga quasi subito, dopo tre giri. Tra gli altri c’erano Van Looy, Carletto e Agostinho. A poco a poco siamo rimasti soli guadagnando un bel vantaggio. Dietro, Merckx era imbottigliato dal marcamento degli italiani e da Gimondi in particolare. Solo che se fossi arrivato con Van Looy, allo sprint mi avrebbe fregato. Così ho giocato il tutto per tutto, prendendo il volo a 90 chilometri dalla fine, sulla salita di Frassineto.

Qualcuno disse che ero pazzo. Ma cosa fa? Ma dove vuole andare questo Adorni? C’era Adriano De Zan, che in moto, mi si incollò di fianco facendo la telecronaca della fuga minuto per minuto. Continuava a farmi parlare e la giuria andò su tutte le furie perché era contro ogni regolamento. Ma la gente, tantissima, era felice. Anch’io, quando capii d’aver la vittoria in mano, nell’ultimo chilometro, mi rilassai cercando di memorizzare per sempre ogni più piccolo particolare. E ho fatto bene perché adesso, 40 anni dopo, riesco a rendermi conto di quanto sia stato bello. Tanti sacrifici, ma ne è valsa la pena…”

Il belga Herman Van Springel, secondo, giunse al traguardo con un ritardo di 9’50”, il più alto nella storia del ciclismo. La grande giornata del ciclismo italiano, a secco da 11 anni al mondiale, fu arricchita da Michele Dancelli, Franco Bitossi, Vito Taccone e Felice Gimondi, 5 azzurri nei primi 6.

“Non si vince un mondiale se le gambe non vanno. Meglio se poi sono aiutate dalla testa e anche da un pizzico di fortuna…” (V. Adorni)

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