Luigi Minchillo, il “Guerriero del ring” che ha fatto tremare i miti della boxe

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“Porca miseria! Tu e papà non potevate farmi nascere qualche anno dopo?”. In una frase detta alla mamma è racchiusa la carriera di un pugile che nel ring ha sempre dato il massimo. Luigi Minchillo, nato a San Paolo Civitate il 17 marzo del 1955, ha affrontato a testa alta, altissima, i più grandi nel panorama pugilistico tra la fine degli anni ’70 e gli ’80. Avrebbe potuto vincere il titolo mondiale se avesse combattuto in qualche altra epoca. Nel suo periodo migliore, nella sua categoria, c’erano in giro Sugar Ray Leonard, Roberto Duran, Thomas Herns, Mike McCallum, Maurice Hope.

I baffi folti e la frangetta che gli copriva la fronte gli davano un aspetto da duro, che piaceva sia a lui che ai promoter. Sembrava uscito da un telefilm poliziesco americano. Nel quadrato non era il massimo dell’eleganza, ma poche volte si è visto un pugile affrontare tutte le sfide con tanto coraggio. Lo chiamavano “il guerriero del ring”. Sembrava che la paura fosse un concetto sconosciuto a Luigi Minchillo.

La sua abilità e la sfrontatezza lo portarono, il primo luglio del 1981, sul ring di Formia a conquistare il titolo europeo dei Super Welter, con una vittoria ai punti contro il franco-algerino Louis Acaries. Nello stesso anno, a settembre, trascinò ai punti Roberto “Manos de pietra” Duran al Caesars Palace di Las Vegas.

Il suo regno di campione europeo è impreziosito dalla vittoria per KO in 15 secondi contro il francese Claude Martin, a casa sua, a Rennes, e dalla vittoria contro Maurice Hope, che di fatto pose la parola fine sulla carriera del grande campione britannico.

L’11 febbraio del 1984 Minchillo si giocò la prima chance per il titolo mondiale dei Super Welter. A Detroit affrontò il detentore della corona WBC Thomas Hearns, che aveva manifestato grande stima nei confronti del pugile italiano. Il Guerriero incassò colpi durissimi dal primo all’ultimo round, provando a ribattere come poteva. Fu un incontro durissimo, i pugni di Hearns erano cannonate che avrebbero abbattuto una fortezza, ma non Luigi Minchillo. Hitman vinse per verdetto unanime, ma l’italiano si meritò tanti applausi da parte del pubblico presente.

Da professionista non c’è stato nessun pugile che sia stato in grado di metterlo al tappeto. L’impresa è riuscita solo a un pugile, da dilettante, un certo “Sugar” Ray Leonard.

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