Avvolto da un silenzio quasi desolante, in una notte che regala al Napoli la finale di Coppa Italia contro la Juventus dell’ex comandante Sarri, proprio nell’anno meno brillante della sua storia recente, al San Paolo vengono scritte due storie, che vanno al di là della partita contro l’Inter.
I protagonisti sono quei due signori in foto che si abbracciano.
Dries Mertens regala al Napoli il biglietto per Roma con il gol numero 122 in maglia azzurra. Mai nessuno come lui. Marek Hamsik si era fermato a 121. Il gol del record “Ciro” lo segna proprio contro l’Inter, che in tanti davano come sua prossima squadra, prima che giurasse amore eterno alla sirena Partenope.
Il gol di Mertens è il proemio dell’altra storia di serata, quella che ha come protagonista Gennaro Gattuso. Un bravo allenatore, che ha saputo far rinascere una squadra che sembrava già seppellita. Un guerriero, che oltre a condividere col mondo gli effetti di una pandemia globale, ha dovuto combattere anche con la scomparsa di sua sorella Francesca, a 37 anni.
Le sue parole a fine gara sono quelle di un uomo vero, che non ha paura di nascondersi. “Voglio ringraziare tutto il mondo del calcio, le persone che sono state vicine a me e la mia famiglia. È stata dura. La dedico ai miei genitori, a mia sorella. Eravamo molto legati a lei e mi dispiace molto. Ringrazio i ragazzi per la gioia che mi hanno dato oggi”.
Gattuso ha saputo canalizzare il suo dolore, metterlo da parte e concentrarsi sulla squadra. Il Napoli, a distanza di tre mesi, sembra sempre di più il suo Napoli, il suo gruppo, fatto di uomini in grado di soffrire e ringhiare, anche al cospetto di avversari sulla carta più blasonati.