Da Ripa Teatina al titolo mondiale, i due Rocky che hanno scritto la storia

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Ripa Teatina, comune abruzzese di circa 4 mila abitanti, posizionato su una collina, in provincia di Chieti. E’ gemellato, tra le altre, con una città degli Stati Uniti, nella contea di Plymouth in Massachusetts, Brockton (gli appassionati di boxe non faranno fatica a capire il motivo di questo gemellaggio).

La popolarità di questo comune è dovuta in larga parte a due famiglie di emigranti.

Nei primi anni del XX secolo, Quirino Marchegiano e Pasqualina Picciuto lasciarono l’Abruzzo per gli Stati Uniti. Si stabilirono a Brockton, in Massachussetts, dove ebbero 6 figli: Alice, Concetta ed Elizabeth, Louis, Peter e Rocco (1923), che qualche anno dopo scriverà la storia del pugilato mondiale. Rocky Marciano, nome pronunciabile più facilmente per gli americani, è da molti considerato il più grande peso massimo di sempre, in grado di chiudere la carriera con 49 incontri, tutti vinti (43 dei quali per KO), nonostante abbia affrontato i nomi più altisonanti della sua epoca, come (Roland La Starza, Archie Moore, Jersey Joe Walcott e Joe Louis).

Il 23 settembre 1952 a Filadelfia, sconfiggendo per KO alla 13ª ripresa il campione del mondo in carica Jersey Joe Walcott, diventa campione del mondo dei pesi massimi. Difenderà il titolo per 6 volte e si ritirerà imbattuto.

Ripa Teatina ha dato i natali anche a un altro grandissimo pugile, meno noto del Bombardiere di Brockton, ma comunque in grado di ritagliarsi pagine importanti nel grande libro della boxe: Rocco Mattioli. Trasferitosi con la famiglia in Australia all’età di 6 anni, Rocky diventa un pugile professionista nel 1970. Si contraddistingue per il suo grande agonismo e per un pugno molto potente. E’ comunque l’Italia lo spartiacque decisivo della sua carriera. Nel 1976 a Milano affronta il grande Bruno Ascari, imbattuto da 10 anni, costringendolo al pareggio, un verdetto che molti anni dopo è ancora giudicato alquanto controverso.

Nel 1977 Rocky Mattioli conquista la possibilità di combattere per il titolo e il 6 agosto, a Berlino, al 5° round manda KO il campione di casa Eckhard Dagge conquistando così l’alloro mondiale WBC, che difenderà per 3 volte cedendo solo a Maurice Hope il 4 marzo del 1979 (in quell’occasione Mattioli decise di salire sul ring nonostante una mano rotta, che lo costrinse ad abbandonare il match alla fine dell’ottava ripresa).

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