Napoli saluta Marek Hamsik, il capitano che ha sfatato i tabù: da Maradona al numero 17

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Un centrocampista slovacco che diventa capocannoniere della storia del Napoli, superando l’intoccabile Maradona. Tutto questo indossando la maglia 17, un numero che fino richiamava gesti scaramantici.

Una delle ultime bandiere del calcio italiano lascia la Serie A e vola in Cina. Marek Hamsik, capitano del Napoli, uno dei migliori centrocampisti del nostro campionato, per rendimento, degli ultimi quindici anni, un bravo ragazzo, professionista impeccabile, un esempio di stile, saluta il nostro Paese per trasferirsi dall’altra parte del mondo.

Una scelta di vita. In Cina guadagnerà in tre anni quasi più di quanto non abbia fatto in 12 anni di Napoli. Nove milioni di euro a stagione, per un giocatore di quasi 32 anni, che ha sempre dichiarato di non voler invecchiare in campo, sono un richiamo irrinunciabile. Al Napoli vanno 15 milioni più bonus. Un affare anche per De Laurentiis.

Quando si presentò a Napoli i tifosi contestarono la società, perché dopo la promozione si aspettavano nomi altisonanti, invece i primi acquisti furono lui, un ragazzino di 20 anni, magro, con i pantaloncini corti e una strana acconciatura, e un argentino con i capelli lunghi di cui si conosceva solo qualche giocata e una strana esultanza viste in un video di YouTube. Nessuno avrebbe mai immaginato che quel giovane Slovacco, chiamato Marekiaro dall’allora leader Paolo Cannavaro, avrebbe scritto la storia del Napoli e sfatato tutti i tabù.

Mezz’ala moderna, Hamsik ha ricevuto negli anni la corte di Inter, Milan, Juventus, restando però fedele ai colori azzurri. Avrebbe potuto vincere di più, sicuramente, ma ha preferito non tradire il popolo che lo ha amato e stimato. Professionalità estrema, ha scelto di vivere, con la moglie e tre figli, a Castelvolturno, lontano dalle distrazioni della grande città, ma vicino al campo di allenamento.

Mai una parola fuori posto, nessun atteggiamento fuori sopra le righe. Un esempio di stile in campo e fuori.

La Sampdoria sempre presente nei suoi snodi cruciali. Ai blucerchiati ha segnato il suo primo gol in Serie A, un dribbling di destro e conclusione di sinistro all’angolino, dopo una triangolazione con Zalayeta.

Suo il gol del 3-2 contro la Samp, la diciottesima giornata della stagione 2017/18, con cui ha superato Diego Armando Maradona, non uno qualunque, diventando il miglior marcatore della storia del Napoli.

E c’era la Sampdoria anche nell’ultima partita disputata in maglia azzurra, quella dell’addio, sbloccata con un gol di Milik che ha culminato un’azione avviata magistralmente proprio da Marek. Poi ha lasciato il campo, ricambiando, con la mano sul cuore e sulla N, la standing ovation dei suo pubblico, che ancora non credeva che davvero quella sarebbe stata l’ultima volta del loro capitano con i loro colori.

Il San Paolo non avrà più uno dei protagonisti della sua storia recente, ma i napoletani non dimenticheranno, oltre al calciatore, l’uomo Marek Hamsik e sicuramente, quando si troveranno a passare per Marekiaro, che ormai si scrive con la K, non potranno trattenere un sorriso nostalgico e penseranno alle gioie che ha regalato loro quel campione, in grado addirittura di rendere simpatico, ai piedi del Vesuvio, anche il numero 17.

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