Lettera d’amore a Marco Pantani

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Quindici anni fa, Marco, te ne sei andato. Era San Valentino del 2004, il giorno degli innamorati. Non hai scelto un giorno a caso, proprio tu che sei riuscito a far innamorare un popolo intero della bicicletta.

Te ne sei andato a San Valentino, pirata, ciclista più amato, discusso, martoriato, della storia recente del ciclismo. Un uomo fragile, un campione irraggiungibile.

Te ne sei andato da solo, come eri solito fare sul Mortirolo e come hai fatto quel 1998 sul Galimber, quando hai conquistato la Francia, dopo che l’Italia era già tutta ai suoi piedi.

Quando ci hai lasciati, ci siamo sentiti tutti come un amante abbandonato. E per ritrovare parte di quell’amore perduto abbiamo dovuto attendere le imprese di Vincenzo Nibali e Michele Scarponi, due che hanno riportato nel ciclismo quel livello di epicità che questo mondo aveva perso con lui. A proposito, dai una pacca sulla spalla a Michele da parte nostra!

Ti abbiamo amato, Pirata! E oggi non ricordiamo il giorno della tua scomparsa. Ci sei ancora, più vivo che mai. Oggi festeggiamo l’amore che abbiamo provato, e continuiamo a provare per te.

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